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Sono un Alcolista Anonimo

Quella stanza dietro le sbarre è una cella dismessa. Questo dice tutto su come può essere un vano, destinato a ben altri servizi e poi concesso al Gruppoi IL SOLE1 all’interno del carcere di Sollicciano.
Non vuol dire niente che sia grande, piccola, arredata più o meno bene; importante è che ci sia, con un tavolo, un armadio per la nostra letteratura, le sedie che ci accolgono senza doverle andare a cercare.
Quella stanza è come tutte le altre che ci sono nel mondo, né più né meno, anche lì esiste quella fiammella chiamata Amore che si trova nelle nostre magiche stanze, si! Anche quella stanza fa parte di Alcolisti Anonimi.
In questa stanza s’incontrano difficoltà maggiori che altrove, perché, quando c’è riunione del Gruppo, prima di iniziare siamo esaminati dagli agenti di custodia, poi si deve consegnare l’elenco dei detenuti che hanno chiesto di far parte del Gruppo, poi si deve aspettare che siano chiamati, poi si deve attendere che siano andati a cercarli perché gli ubriaconi sono nella stanza ad aspettarli..Io, personalmente, sono contento di essere un ex-ubriacone, ma anche orgoglioso di essere un alcolista in recupero.
In questa stanza si vive un’altra gran difficoltà. Quando io sono entrato in A.A. ho trovato persone che hanno vissuto quello che io ho vissuto e sto vivendo, ed è stato semplice trovare la comprensione e l’aiuto vicendevole, ma questa stanza è in una casa diversa, dove io posso entrare e uscire, mentre ai miei amici alcolisti che ci vivono questo non è permesso.
Ho conosciuto fino in fondo il dolore e lo sconforto dell’alcolismo, ma non so come si vive il disagio della reclusione, non riesco a entrare nella loro personalità, nel loro io. Mi trovo nella stessa condizione di quando esponevo il mio problema di alcolista a una perona che, con grande comprensione, mi ascoltava, ma non conosceva appieno il mio stare male, quel male particolare che solo uno di noi comprende.
C’è da notare che il Gruppo “ IL SOLE1” è formato da amici magrebini, albanesi, slavi e pochi italiani; varie culture e diverse personalità. Spesso vengono al Gruppo per parlare di ciò che per il momento è il problema maggioore: la libertà fisica, uscire dalle sbarre materiali, non tanto la libertà spirituale, uscire dalla schiavitù della dipendenza.
All’interno del penitenziario non viene distribuito vino ai pasti, è sottovalutata così la realtà e spesso, alla prima uscita, gli amici in permesso, sentendosi sicuri della propria astinenza forzata, ricadono in pieno problema.
In ogni modo sono felice di questo Gruppo per quello che mi dà sempre, nonostante le difficoltà. Gruppo che, il 22 Gennaio, ha festeggiato il suo primo anniversario con tanto di torta e relativa candelina. Quel giorno è stata una festa vissuta a pelle, la stanza piena sia di amici interni che di amici venuti da fuori, tanti da non entraci. Era anche..piena di fumo, perché c’è una sola finestra con le sbarre e si stava chiusi perché era inverno. Però la voglia di trovarsi, di satre lì insieme, era immensa!
Per questo ho voglia di continuare con questo Gruppo fino a che avrò degli amici che mi aiuteranno a portare la voce di A.A. nella stanza dove non arriva niente a portare quello stesso seme di speranza che una volta è stato portato a me, e portare avanti così anche il mio recupero, perché vedo e sento la sofferenza di essere privati del bene più grande: la libertà, quella libertà di cui godo io.
Tutto questo avviene in quella stanza.

Anonimo