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Anonimato

L’anonimato è la base spirituale di tutte le nostre Tradizioni, che sempre ci ricorda di porre i principi al di sopra delle singole persone

Qual è lo scopo dell’anonimato in Alcolisti Anonimi?
Se diamo uno sguardo alla storia di A.A., dal suo inizio nel 1935 fino ai nostri giorni, è evidente che l’anonimato assolve due diverse funzioni, entrambe importanti:

1. A LIVELLO PERSONALE

l’anonimato offre a tutti i suoi membri una protezione dall’essere identificati come alcolisti, una difesa spesso molto importante per i nuovi venuti.

2. A LIVELLO DI MASS-MEDIA

l’anonimato sottolinea l’uguaglianza di tutti i suoi membri nell’Associazione, ponendo un freno alle persone che possono approfittare della loro appartenenza ad A.A. per cercare riconoscimenti, acquisire potere o guadagno personale.

DOMANDE E RISPOSTE SULL’ANONIMATO

Anche i membri A.A., come molti al di fuori del programma, sono perplessi su come mettere in pratica il principio dell’anonimato. Ecco alcune delle domande poste più di frequente, sia per l’anonimato a livello personale che per quello a livello di mass-media.

ANONIMATO A LIVELLO PERSONALE

Sin dai primi tempi A.A. ha promesso l’anonimato personale a tutti coloro che partecipano alle sue riunioni.

Poiché gli stessi fondatori e i primi membri di A.A. erano alcolisti sulla via del recupero, sapevano per esperienza quanto gli alcolisti si vergognino del loro bere e quanto temano di essere riconosciuti come tali dall’opinione pubblica.

A quell’epoca il marchio d’infamia dell’alcolismo era molto grave e quei primi membri di AA. ritennero essenziale assicurare una stretta riservatezza, se volevano ottenere dei risultati positivi nell’attrarre e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà.
In tutti questi anni l’anonimato si è dimostrato uno dei doni più grandi che A.A. offre all’alcolista sofferente.

Senza di esso molti non troverebbero mai il coraggio di andare alla loro prima riunione.
Anche se il marchio d’infamia si è in un certo senso attenuato, gran parte dei nuovi venuti trovano ancora molto penoso ammettere il loro alcolismo e ciò è possibile soltanto in un ambiente protettivo.

L’anonimato è essenziale per trasmettere un’atmosfera di fiducia e di apertura mentale.
Anche se i nuovi venuti danno grande importanza alla riservatezza, molti di essi tuttavia non resistono al desiderio di rendere partecipi i loro familiari della loro affiliazione ad A.A.

Questa rivelazione comunque è sempre una scelta personale: A.A. nel suo insieme cerca di assicurare che i singoli membri abbiano tutto il riserbo e la protezione che desiderano, come pure qualsiasi grado di apertura in merito alla loro appartenenza all’Associazione, purché non si dimentichi mai che l’anonimato a livello di stampa, radio, televisione e cinema è indispensabile per mantenere la nostra sobrietà e la crescita continua, sia a livello personale che di gruppo.

L’ANONIMATO A LIVELLO DI MASS-MEDIA

Dopo i primi anni di successo, l’Associazione attirò un interesse maggiore da parte della stampa.
Articoli elogianti A.A. apparvero su molte riviste e quotidiani della nazione. Con ogni nuovo articolo pubblicato alimentava il numero degli A.A.

In quel periodo tutti temevano le conseguenze derivanti dalla divulgazione di A.A. a livello pubblico; così, per maggior sicurezza, il primo servizio giornalistico diede ampio rilievo all’anonimato dei membri.

Quando l’opinione pubblica ebbe più informazioni sull’alcolismo, il marchio d’infamia diminuì; ben presto alcuni membri A.A. cominciarono a riconoscere pubblicamente la loro affiliazione. Fra essi uno dei primi fu un celebre calciatore, il cui ritorno al gioco fu così spettacolare che i giornali fecero di tutto per diffondere la storia della sua lotta con successo contro l’alcool. Credendo di poter aiutare A.A. col rivelare la sua appartenenza all’associazione, egli ne parlò apertamente.

Anche i fondatori di A.A. approvarono la sua condotta, non avendo ancora sperimentato il prezzo di una simile pubblicità.
Ci furono poi altri membri che decisero di rompere il loro anonimato a livello di mass-media; alcuni erano motivati da buone intenzioni, altri da un guadagno personale.

Alcuni membri idearono piani per legare la loro appartenenza ad A.A. a ogni sorta di impresa commerciale: agenzie di assicurazioni, centri di disintossicazione, persino una rivista contro il consumo dell’alcool, per citarne alcune.

Non ci volle molto ai Servizi Centrali di A.A. per rendersi conto che i violatori dell’anonimato, con le loro eccessive premure e intenzioni, potevano mettere presto a repentaglio la reputazione dell’Associazione, così tanto duramente conquistata. E compresero che, se avessero fatto un eccezione, inevitabilmente ne sarebbero sopravvenute altre.

Per assicurare l’unità, l’efficacia e il benessere di A.A. l’anonimato doveva essere per tutti. Esso era il guardiano di tutto ciò che significava A.A.

Nel mettete in risalto l’uguaglianza di tutti i membri e l’unità nell’impegno comune del loro recupero dall’alcolismo, l’anonimato funge da base spirituale dell’Associazione.
Nel 1946 Bill. W., il nostro co-fondatore, scrisse che: “Il termine “anonimo” ha per noi un immenso significato spirituale.

Sottilmente ma con vigore esso ci ricorda che noi dobbiamo sempre porre i principi al di sopra delle singole persone; che abbiamo rinunciato alla pubblica glorificazione personale; che la nostra associazione non solo predica ma in effetti pratica una sincera umiltà.